| Nelle scuole giapponesi superiori pubbliche, la divisa scolastica è d'ordine, ed è la cosidetta "uniforme alla marinara". Esistono molte versioni della divisa scolastica, ogni scuola ne vanta un proprio modello e molte ragazze scelgono la scuola superiore proprio in base all'uniforme. La divisa scolastica è obbligatoria per medie e superiori, mentre non esiste alle elementari, e all'asilo si usa un pratico grembiulino, quasi come da noi. L'uniforme femminile è formata da gonna a pieghe (per legge deve arrivare al ginocchio, ma molte ragazze la accorciano o la allungano di nascosto), blusa con colletto e fiocco alla marinara, ma come ho detto, ne esistono numerose varianti che arrivano a ridurre il fiocco ad un cravattino, o ad attuare altre modifiche vistose. Inoltre, l'uniforme cambia anche a seconda della stagione (il giorno di cambio è regolamentato dalla scuola -a Giugno e ad Ottobre- e non è possibile fare di testa propria a seconda della temperatura). Esistono numerose regole negli istituti anche sul modo di annodare il fiocco, portare i capelli, gli zaini o cartelle, scarpe o calzini. Questi ultimi vengono chiamati "loose socks" e non dovrebbero essere troppo larghi, ma molte ragazzine ne usano di larghissimi: più vengono pieghe, più si è alla moda. Il modello di uniforme (maschile e femminile) deriva dallo stesso modello prussiano che il Giappone adottò nel secolo scorso, quando improvvisamente il Paese, per modernizzarsi, decise di copiare tutto quel che poteva dall'Occidente. I berretti sono quelli che erano di moda nella Germania di Bismarck. I ragazzi usano una giacca scura con bottoni abbottonati fin sotto il mento, e donare il secondo bottone ad una ragazza, alla fine delle superiosi, è considerato un gesto di affetto o perlomeno di "interesse" per la stessa. Regole molto rigide esistono anche per i capelli; tuttavia molto spesso al giorno d'oggi queste vengono infrante poichè anche nella società giapponese si sta sviluppando un senso di ribellione. Le regole più ferree prevedono per i maschi capelli a spazzola, per le ragazze, lunghi e al naturale, per lo più legati; se si avevano per natura capelli mossi o di colore diverso dallo standard giapponese, era necessario certificarlo. In effetti, nei manga/anime più vecchi, si può notare questa rigidezza; al contrario, ora spesso i protagonisti maschili sfoggiano capigliature più azzardate e le ragazze si tingono e arricciano i capelli (basti pensare a Gals! o a Peach Girl, come esempio dei mutati costumi giapponesi, e dall'altro lato, a Mizuiro Jidai che ancora, invece, esprime una mentalità precedente). Poichè indossano tutti lo stesso vestito, i ragazzi giapponesi tendono a diversificarsi fra loro in base alle pettinature, ad esempio indossando fiocchi appariscenti (per questo nei manga si può vedere una cura quasi maniacale verso le acconciature; qui da noi è estremamente diverso), o ricoprendo le cartelle di ninnoli, spillette e altri ammenicoli colorati e, soprattutto, personali. Si usa anche portare camicette o calzini decorati, mente quelli d'obbligo sono bianchi (ricordate i problemi di Rika di Mizuiro Jidai? O l'esperienza di Mikako di Gokinjo Monogatari, quando tinge di rosso fragola il fiocco?). Per le ore di educazione fisica vi è un'uniforme apposita. Per le ragazze, è molto simile a quella che si vede negli anime sportivi: culotte (chiamate bloomers) scure e maglietta bianca, spesso con il proprio nome scritto sopra. Lo stesso vale per i maschietti, che indossano regolari calzoncini, e per i giorni più freddi, è prevista una tuta; anche le scarpe da ginnastica sono regolamentate, e diverse da quelle da utilizzare all'interno della scuola (che a loro volta devono essere diverse da quelle con cui si cammina per strada).
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