Cerimonia del thè

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.·**·.._kath_..·**·.
view post Posted on 22/5/2006, 13:24




La cerimonia del te.

Cha no yu 茶の湯 è la Cerimonia del tè, praticata in Giappone anche conosciuta come Chadō o Sadō cioè la via del té. Cha no yu significa letteralmente acqua calda per il té.
È una delle arti tradizionali zen più note.
A seconda delle stagioni cambia la collocazione del bollitore (kama): in autunno e inverno posto in una buca di forma quadrata (ro), ricavata in uno dei tatami che formano il pavimento, in primavera ed estate in un braciere (furo) appoggiato sul tatami. La forma più complessa e lunga (chaji) consiste in un pasto in stile Kaiseki, nel servizio di té denso (koicha) e in quello di té leggero (usucha). In tutti i casi si usa, in varie quantità, il matcha, té verde polverizzato, che viene mescolato all'acqua calda con l'apposito frullino di bambù (chasen). Quindi la bevanda che ne risulta non è un infusione ma una sospensione, cioè la polvere di té viene consumata insieme all'acqua. Per questo motivo e per il fatto che il matcha viene prodotto utilizzando germogli terminali della pianta, la bevanda ha un effetto notevolmente eccitante. Infatti veniva utilizzata, e ancora lo è, dai monaci zen, per rimanere svegli durante le preghiere. Il té leggero usucha, a seguito dello sbattimento dell'acqua col frullino durante la preparazione, si ricopre di una sottile schiuma di una tonalità particolarmente piacevole e che si intona coi colori della tazza.
La stanza del tè.
La cerimonia del tè è qualcosa che va molto aldilà della semplice preparazione di una bevanda. È forse l'espressione più pura dell'estetica zen, tanto che un adagio giapponese dice: cha zen ichimi cioè tè e zen un unico sapore. Entrando nella stanza da una porticina bassa (nijiriguchi) che costringe a piegarsi in segno di umiltà, l'ospite entra in uno spazio piccolo, a volte minimo, dove equilibrio e distacco dal mondo sono procurati da gesti secolari, parole codificate e osservazione di oggetti semplici ma di grande forza espressiva. La stanza, detta Chashitsu, può essere anche di pochi tatami, le finestre sono schermate e la luce filtra sommessa conferendo un alone di particolare fascino ad ogni elemento. Da un lato c'è il Tokonoma, una piccola nicchia in cui è appeso uno scritto eseguito da un calligrafo esperto di shodō, ed una piccola composizione ikebana, ma particolarmente adattata alla circostanza, detta chabana cioè fiori per il tè. Il Tokonoma ha da un lato un pilastro, detto toko-bashira, formato da un palo di legno appena sgrossato a cui di solito è appeso il chabana costituito da un piccolo vaso e spesso un unico fiore, in modo che tutta l'attenzione sia attratta dalla sua bellezza.


fonte-clik
 
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thoru89
view post Posted on 22/5/2006, 16:14




cerimonia del te*__*
sembra una cosa talmente kawaii*__*
peccato ke a me il te nn piace
-______________-
 
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.·**·.._kath_..·**·.
view post Posted on 22/5/2006, 17:03




no, quello inglese è sublime *__________*
cioè, anche senza zucchero è bonissimooooooooo!!
 
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nanaXX
view post Posted on 22/5/2006, 18:50




senza zuccheroO___O?
cmq a me il te piace un sakko...pensa ke arte...*__*
però secondo me alla fine di tt la cerimonia il tè si è raffreddato...
 
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thoru89
view post Posted on 23/5/2006, 13:54




-_________-
nn ho parole-.-
cmq w le tradizioni zen*__*
 
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ceres*
view post Posted on 23/5/2006, 18:10




ke bello*___*
m'immagino un bel ragazzo giappo davanti a me mentre mi spiega cm funziona la cerimonia del te....
*_________*
divino!
 
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thoru89
view post Posted on 12/6/2006, 14:14




Durante la metà del XVI secolo i primi occidentali, i Gesuiti, arrivarono in Giappone e nello stesso periodo un giapponese, il cui nome era Rikyu, stava sviluppando un nuovo approccio all’antica pratica di servire il tè con del cibo. I gesuiti non ci misero molto a scoprire e a sviluppare una forte ammirazione per la pratica del tè e ad incorporarla nella loro vita quotidiana in Giappone. Purtroppo l’incontro tra la civiltà occidentale e la cerimonia del tè subì un violento stop quando Tokugawa Ieyesu, lo Shogun, scacciò gli occidentali dal Giappone e ne chiuse loro le porte per oltre 300 anni. Sebbene nel 1868 le porte del Giappone si fossero riaperte al mondo esterno, ci vollero più di 100 anni prima che gli occidentali avessero iniziato a mostrare interesse nella cerimonia del tè fino al punto di iniziare a praticarla, non solo a guardarla come una bizzarra, imperscrutabile usanza giapponese. Il rinato interesse degli occidentali per la cerimonia de tè portò a tre domande:



1. Cosa fanno le persone quando preparano il tè?

2. Perché qualcuno dovrebbe voler fare una cosa tanto difficile?

3. Come possono persone di diversa cultura e di diversa religione trarre beneficio dalla Via de Tè?



Cos’è il Tè?



La cerimonia del tè può avere 3 dimensioni: è un evento sociale;

dà molta importanza all’estetica;

può avere una dimensione religiosa.



Che sia un evento sociale è ovvio. Gli ospiti si riuniscono in un ora prestabilita perché gli sia servito da mangiare e da bere. Può essere un tè informale che consiste nel servire un dolce e del tè o anche un piccolo pasto con il dolce ed il tè. Questo tipo di cerimonia informale si chiama Chakai e può durare da 20 minuti ad un ora, e può esserci anche un solo invitato anche tanti quanti l’ospite è in grado di servire. Si può essere invitati anche per una riunione più formale chiamata Chaji che implica un rituale di riunione altamente strutturata: è servito un pasto di molte portate, si fa una pausa in giardino, c’è poi una solenne cerimonia del tè seguita da una cerimonia, per così dire, ridotta e meno solenne. Un Chaji dura dalle 3 alle 5 ore e, al massimo, cinque invitati possono essere presenti. Sia il Chakai che il Chaji hanno lo stesso scopo, servire cibo e tè agli invitati. La differenza è nella quantità di cibo e di tè serviti e nel crescente numero di movimenti ritualizzati, che è necessario quando servi più cose e lo fai nel modo più elegante possibile. Come in un qualsiasi altro paese del mondo, si deve fare attenzione ad invitare persone che siano compatibili perché nessuno siede con piacere al tavolo dove ci sia una persona con la quale sia in non buoni rapporti. Tutte le nazioni pensano alla divisione di cibo come ad un momento di accettazione amichevole reciproca. In questo senso la cerimonia del tè è assolutamente un evento sociale.



Passiamo ore alla dimensione estetica della cerimonia del te. Tutte le grandi culture nella storia della civiltà mettono cura nel servire il cibo in una maniera prescritta. L’apparenza del cibo, gli utensili usati per servirlo e la decorazione dei piatti sono di sicuro
piacevoli alla vista. Questo è comune a tutto il mondo.Nella cerimonia del tè questa attenzione per la bellezza è ricercata così fortemente che da farla diventare una vera e propria forma d’arte. Il movimento del corpo è assolutamente una coreografia, fino alla posizione di un singolo dito. Gli utensili usati possono essere di una qualità tale che si possono trovare nei musei d’arte di tutto il mondo. La disposizione del cibo nel Chakai o nel Chaji può essere così forte nelle ricerca della bellezza e così sottile nella scelta e nella forma che somiglia ad una forma di poesia. In Giappone si dice che il cibo si deve gustare con gli occhi prima che con la bocca. Una domanda frequente è: “Quanto ci vuole ad imparare la cerimonia del tè?”, che equivale a chiedere “Quanti tempo ci vuole per imparare a suonare il piano?”. Se impari alla svelta potrai suonare un semplice motivetto in 10 settimane, ma se vuoi veramente imparare a suonare il piano allora ti ci vogliono più di 10 anni. La gente è sorpresa nel sapere che ci vogliono anni e anni per imparare la cerimonia del tè ma dovrebbero pensare a quanto ci vuole per imparare le buone maniere a tavola e quanto queste, per quanto eleganti, non sono neanche lontanamente paragonabili ad una forma d’arte.



La cerimonia del tè abbraccia in sé molte altre forme d’arte, l’architettura, il giardinaggio, la tessitura, la calligrafia, la disposizione dei fiori e la cucina oltre ad altre antichissime arti arcane , come la scultura con la cenere e la costruzione di un bel fuoco. Una certa disposizione della cenere sulla quale si mette la carbonella, può richiedere anche 2 ore di preparazione. In Giappone c’è una storia su tre Maestri del Tè che avevano una magnifica sala da tè con uno straordinario allestimento. Un giorno la sala prese fuoco e i tre Maestri corsero per salvare tutto ciò che potevano. La prima cosa che salvarono era la cenere.! Ciò che questa storia vuol dire è che a tutto ciò che è coinvolto nella cerimonia del tè si dà un’assoluta attenzione dal punto di vista estetico, persino alla cenere. Andare ad una cerimonia di alta qualità può essere, in tutto e per tutto, un’esperienza estetica come andare a visitare un museo a andare a teatro.



La terza dimensione del tè è la dimensione religiosa, ma è facoltativa. Si potrebbe paragonare ad un pasto in una moschea, una sinagoga o una chiesa. La mentalità religiosa, frequentemente trasportata nella cerimonia del tè è quella del Buddismo Zen. Nello Zen si dice che si può incontrare un intero universo, bevendo una tazza di tè, questo avviene dal darti totalmente al qui ed ora e dal partecipare totalmente alla cerimonia con un cuore libero da sentimenti di egoismo. Si dice, comunque, che anche se seguaci di Zen sono interessati al tè e persone del tè sono interessate allo Zen, il tè è il tè e lo Zen è lo Zen. Si potrebbe, facilmente, trasportare una mentalità cristiana o anche islamica, nella cerimonia del tè e, a dire il vero, Soshitsu Sen XV, l’odierno Gran maestro, incoraggia molto questa possibilità. Darsi completamente al qui ed ora con un cuore libero dall’egoismo, è un pensiero che può essere condiviso da tutte le più grandi religioni del mondo. Il tè è per tutte le nazioni, tutte le culture, e tutte le tradizioni religiose.
 
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6 replies since 22/5/2006, 13:24   355 views
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