|
|
| Il Karatè nasce nelle isole Okinawensi delle Ryu-Kyu come sistema di difesa personale in seguito alla proibizione dei Re locali di detenere e portare armi. I contatti fra le isole e la Cina portarono alla conoscenza ed all’integrazione dei sistemi di combattimento senz’armi noti come Wu-Shu o Kung-Fu. Ebbero origine così gli stili indigeni detti Shorin, o del nord, e Shorei, o del sud, integrati dalle tecniche di combattimento con gli attrezzi agricoli dette Kobudo. Nel 1600 circa i Samurai del Clan Satsuma invasero le Ryu-Kyu che entrarono a far parte dell’Impero del Sol Levante.
Le arti marziali continuarono ad essere praticate in gran segreto fino alla modernizzazione portata avanti dal M° Itotsu che riteneva il Karatè utile per la formazione scolastica. Ai primi del ‘900 il Principe Ereditario del Giappone Hirohito visitò Okinawa ed in suo onore fu allestita anche una dimostrazione d’Arti Marziali affidata al M° Funakoshi.
Jigoro Kano, padre del judo, faceva parte della delegazione e rimase colpito da quella strana arte ed invitò Funakoshi a diffonderla in Giappone. Il Karatè prese piede nei circoli universitari e nel giro di alcuni anni sorse il primo Dojo importante chiamato Shotokan.
Funakoshi morì nel 1958 e gli allievi anziani, contrariamente ai suoi desideri, iniziarono a praticarlo come sport, nacque la JKA (Japan Karatedo Association) con a capo i maestri Nakajama e Nishijama.
Gli istruttori della JKA iniziarono a spostarsi nel mondo per diffondere il Karatè, e grazie anche ai film di arti marziali, iniziarono ad acquisire proseliti in tutti i continenti.
Purtroppo la divisione in Federazioni Internazionali e stili hanno impedito il raggiungimento del riconoscimento Olimpico, ma non è ancora detta l’ultima parola.
Agli inizi degli anni ’60 anche in Italia arrivarono istruttori giapponesi Kanazawa, Shirai, Miura, Eoneda.... e vennero alla luce le prime Federazioni.
|
| |