STORIA:samurai

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hiroko-chan
icon12  view post Posted on 12/11/2006, 11:10




preso da qui^^
Nell' antichità il Giappone era suddiviso in tanti piccoli staterelli rivali l'uno con l'altro e viveva in uno stato di perenne guerra. I nobili richiamarono a loro dei guerrieri valorosi e fedeli: i samurai (dal verbo saburau = servire-essere al servizio).

Questi guerrieri si dotarono di un loro codice d'onore: il bushido, che oltre il comportamento sul campo di battaglia ne regolava la vita spirituale.

All'inizi del 900 gravi carestie e conflitti bellici rensero il Governo centrale impossibilitato a garantire la sicurezza nazionale, per questo i nobili si costruirono propri eserciti personali composti da guerrieri provenienti dalle campagne e istruito al combattimento, le continue lotte interne finirono per aumentare il potere e l'importanza di questi guerrieri, contemporaneamente i nobili resero l'imperatore di fatto escluso dalla direzione dello stato. Dal XII secolo i samurai o bushi ("uomini che combattono") costituircono la casta più importante della piramide sociale. I samurai erano al completo servizio del proprio padrone (daimyô) e per lui sono pronti anche a togliersi la vita tramite il famoso rituale chiamato seppuku.

I samurai seguivano un codice di comportamento bellico chiamato bushido che letteralmente significa "via del guerriero", il punto fermo del bushido era l'onore sia in battaglia che nella vita comune, il bushido inoltre disciplina i rapporti da tenere in uno stesso clan e con il proprio capo. Il samurai doveva essere sobrio, modesto, in guerra deve essere coraggioso, leale, solidale e naturalmente deve avere un grande onore. Ai samurai erano attribuiti spesso due termini: bun che indicava saggezza di tipo confuciano e bu che indicava il contesto marziale. Infatti una delle doti essenziali del samurai era il giusto equilibri tra azione e riflessione.
La formazione ideale del samurai era un insieme di componenti, sociali, filosofiche, religiose. Non fu difficile per i bushi con innata semplicità shintoista assimilare le dottrine dello zen, il samurai fin da bambino imparava a non tradire nessun emozione ed a controllare il suo spirito, per fare ciò era necessario sacrificio e ore e ore di esercizi. Lo zen fu fondamentale ad allenare e perfezione il loro famoso autocontrollo in quanto le sue tecniche insegnavano ad avere la totale padronanza delle proprie emozioni, dote fondamentale per un samurai sempre di fronte alla morte.

Rapporto samurai-signore

Minamoto Yoritomo (1191), il fondatore dello shogunato di Kamakura, dettò alcune regole che rimasero fondamentali per i samurai, alla base di queste regole c'erano devozione e lealtà da parte del samurai al proprio signore. Questo rapporto legava entrambe le figure, il samurai si impegnava a servire il superiore il quale a sua volta lo ricompensava con un possedimento fondiario, chigyochi.
Durante il x secolo la cerimonia di investitura da vassallo e signore era centrata su un giuramento che nel periodo Kamakura viene trascritto su un rotolo, kishomon. Il kishomon dopo essere stato compilato veniva bruciato e sciolto in un liquido che il samurai beveva, in questo modo il bushi interiorizzava sia materialmente che simbolicamente il patto che aveva fine solamente con la morte da parte di uno dei due contraenti. Il legame che univa i due era talmente forte che quando un signore moriva, molti dei suoi samurai si suicidavano per seguirlo anche nell'aldilà. Questa usanza veniva chiamata junshi e venne vietata per legge dopo che interi clan di samurai si suicidarono, non sparì però completamente. Uno degli episodi più famosi è senz'altro quello dei 47 ronin che si uccisero dopo avere vendicato il proprio signore. Gli obblighi del samurai verso il proprio signore erano molti: fedeltà, sottomissione, turni di guardia, fornitura di guerrieri, partecipazione alle spese per il mantenimento del potere da parte del proprio signore, in cambio il signore garantiva protezione, aiuto e ricompense dopo le battaglie.
I principi che legavano il samurai al signore erano fondamentalmente due: giri= dovere e chugi= lealtà, il samurai doveva inoltre possedere saggezza= chi, valore= yu, benevolenza= jin; doveva essere coraggioso e forte ma nello stesso tempo composto e magnanimo, il coraggio era uno degli elementi fondamentali naturalmente. Il samurai era al servizio del Daimyo, Signore di un clan o di una provincia ricco e potente, a sua volta il Daimyo era al servizio dello Shogun (Generalissimo), il quale nominato dall'Imperatore, prima di diventare Shogun era anch'egli un Damyo. Lo Shogun governava in modo dispotico ed autoritario in nome dell'Imperatore, ma di fatto quest'ultimo possedeva solamente una carica onorifica.

personalmete sono sempre stata affascinata da questi guerrieri così carismatici XD
 
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thoru89
view post Posted on 12/11/2006, 15:47




molto interessante*_*
beh visto ke ci siamo allora dello stesso site posto il seppuku
Chiamato anche volgarmente hara-kiri = ventre-taglio, era il modo più onorevole che il samurai aveva per togliersi la vita ed era la dimostrazione finale del suo coraggio. Questo rituale era considerato un privilegio riservato solamente ai samurai i quali avevano padronanza assoluta del proprio destino. Non si conoscono le radici del seppuku ma sono conosciute le occasioni per praticarlo:

Per seguire anche nell'aldilà il proprio Signore

Per evitare di essere catturato dal nemico in caso di sconfitta

Per contestare e fare cambiare una decisione presa da un Signore

Per colpe commesse verso un superiore

Per comprendere il seppuku bisogna tornare allo studio dello zen praticato dai samurai, secondo lo zen la morte e la vita erano sullo stesso piano e quindi l'atteggiamento del giapponese deve essere positivo per entrambi gli aspetti
In Giappone la morte viene indicata con vari termini:
- yamagakuru= ritirarsi sulla montagna
- kumogakuru= sparire nelle nuvole
- iwatagakuru= addentrarsi nella grotta
Per l'Hagakure Bushido significa morte e il guerriero deve pensarci continuamente, sia alla mattina quando si alza che la sera prima di dormire, in questo modo la sua mente sarà preparata.

Il seppuku era contemplato nel bushido come metodo per evitare il disonore. Nel XVII secolo furono introdotte regole rigide nel seppuku, che lo trasformarono in un vero e proprio rituale. In Giappone il ventre hara, veniva considerato il centro dell'individuo, sede delle emozioni, della volontà, centro fisico e spirituale, quindi compiere hara-kiri significava uccidere completamente l'uomo.


Un samurai durante l'atto del Seppuku

Come si svolgeva

Quando le circostanze lo permettevano il seppuku veniva preceduto da un bagno purificatore e da un banchetto offerto agli amici dove il samurai dimostrava rilassatezza, serenità e autocontrollo.
Alcune volte si scrivevano persino brevi poesie e versi (haiku) che descrivevano lo stato d'animo e davano l'addio alla vita.
Seduto su un panno bianco (o su un cuscino) il samurai si squarcia il ventre (hara) con un movimento da sinistra verso destra e se ce la faceva risaliva verso l'alto (jumonji), per dimostrare la ferrea volontà di morire, l'arma utilizzata è la spada piccola wakizashi o il pugnale ko-ga-tana. Nella fase culminante del rituale, se il samurai non moriva e soffriva ancora dopo lo squarcio infertosi, un aiutante (kaishakunin), solitamente il migliore amico, posizionato alle sue spalle, gli tagliava la testa con un taglio netto di katana, per abbreviargli la sofferenza.

 
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Eikichi
view post Posted on 12/11/2006, 17:58




io queste cose le sapevo... image image comunque ottimo, veramente interessante! ^^
 
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nanaXX
view post Posted on 14/11/2006, 20:29




pure..
però avevo le idee un pò inkasinateXD ora no*-*
 
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*Yukina*
view post Posted on 19/11/2006, 19:02




Anche io sapevo già (basta,non parlo più della mia ricerca...) interessantissima la loro filosofia zen comunque..la parte che mi ha interessato di più durante le mie ricerche su di loro ^_^
 
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view post Posted on 7/6/2007, 21:29

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Seppuku 切腹

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Il seppuku era previsto, nella tradizione della casta dei samurai, anche per le donne; in questo caso il taglio non avveniva al ventre bensì alla gola dopo essersi legate i piedi per non assumere posizioni scomposte durante l'agonia. L'arma usata poteva essere il tanto (coltello), anche se più spesso, soprattutto sul campo di battaglia, la scelta ricadeva sul wakizashi, detto anche guardiano dell'onore, la seconda lama (più corta) che era portata di diritto dai soli samurai.







 
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thoru89
view post Posted on 8/6/2007, 09:36




oddioO__o
paurXDDD
cm questo lo sapevo bene anke se nn me lo ricordavo piùXD
 
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view post Posted on 10/6/2007, 10:37

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Rōnin (浪人, Rōnin), letteralmente uomo alla deriva o uomo onda, è un termine giapponese che designava il samurai rimasto senza padrone o per la morte di quest'ultimo o per averne perso la fiducia.

In alcuni casi era il samurai stesso che chiedeva al Signore di esentarlo dal servizio per permettergli di compiere una missione o una vendetta che avrebbe potuto screditare il Clan....

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Molte sono le leggende fiorite dietro questi personaggi....

Odiati dai Samurai appartenenti ad un Clan perchè visti come perturbatori dell'ordine sociale o come dei falliti....

Odiati dal popolo perchè erano sempre e comunque dei Samurai....arroganti....violenti....ma al tempo stesso venivano cercati perchè potevano affrontare e uccidere in duello un altro Samurai....

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Molti diventavano Guardie del Corpo (JIojimbo) o Banditi o riuscivano ad entrare in un Clan grazie alle loro abilità Marziali....



La leggenda più famosa fu quella dei 47 Ronin



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Nel Giappone moderno, il termine designa lo studente che ha fallito l'esame di ammissione all'università o, nel gergo delle corse, un pilota senza scuderia. Il termine ha quindi una valenza poco simpatica....

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thoru89
view post Posted on 10/6/2007, 12:05




ke belle che sn queste immagini*__*+meg innamorata+
la leggenda la devo ancora leggere xòXD
 
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view post Posted on 25/6/2007, 17:42

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Visto che nel primo post si parla del testo "HAGAKURE" di Yamamoto Tsutsetomo....

Parliamone di questo testo....

HAGAKURE....letteralmente "SOTTO LE FOGLIE"

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Hagakure (di Yamamoto Tsunetomo) è una delle opere più significative tramandateci dal Giappone, pubblicata nel 1906 ma composta due secoli prima.
Trasmette l'antica saggezza dei samurai sotto forma di brevi aforismi dai quali emerge lo spirito del Bushido: la Via del Samurai.
L'autore ha vissuto in un'epoca di pace e di inizio della decadenza dei samurai, si chiuse in un monastero buddhista per addestrare un allievo, il quale trascrisse in undici volumi le conversazioni avute con il maestro.


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Alcune conversazioni....

Il nostro corpo riceve la vita dal profondo del nulla. Esistere dove non vi è nulla è il significato della frase: "La forma è il vuoto". Il fatto che tutte le cose traggano sostentamento dal nulla è il senso del motto: "Il vuoto è la forma". Sarebbe errato pensare che si tratti di due concetti distinti.

Nel passato gli uomini coraggiosi erano quasi tutti esuberanti; la loro vivacità era segno di forza e di coraggio.
Poichè ne dubitavo, Tsunetomo mi disse: "La loro vitalità potente ne aveva fatto degli esseri duri ed esuberanti. Al giorno d'oggi, gli uomini hanno minore energia. La linfa si è inaridita, ma il loro carattere è migliorato. Il valore è di un ordine diverso. Il fatto che abbiano perduto in vitalità e guadagnato in dolcezza non significa che posseggano una minore passione per la morte. Ciò non ha nulla a che vedere con l'energia".


Un monaco ammoniva che se qualcuno attraversasse imprudentemente un fiume senza conoscerne la profondità, morirebbe travolto dalle correnti prima di raggiungere l'altra sponda. Lo stesso accade quando uno si butta senza discernimento a servire un daimio ignorando i costumi del tempo o i gusti del daimio; come risultato, il suo operato non solo sarà inutile, ma finirà per rovinarlo. Cercare di entrare nelle grazie del daimio è disdicevole. Prima di tutto si dovrebbe indietreggiare un poco e, dopo aver osservato la profondità dell'acqua, agire in modo da non dispiacere al daimio.


Sia chiaro che come tutte le cose riguardanti le filosofie orientali bisogna sempre entrare nel merito di una interpretazione diversa dal pensiero occidentale....

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Questo libro era una sorta di Bon Ton dei samurai....riflessioni di un monaco che era stato samurai....quindi ogni cosa la dovete sempre rivedere....
 
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thoru89
view post Posted on 26/6/2007, 21:36




uoh ke cosa cool*__*
 
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view post Posted on 5/7/2007, 15:57

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Posso consigliare un testo famoso per avvicinarvi al pensiero samuraico.... :lol: :lol:

Bushido. L'anima del Giappone - Inazo Nitobe - Editore: Luni. Anno: 2003....€ 14.50

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BUSHIDŌ di I.Nitobe
Padova 1976 ed. Sannô-kai (Io ho questa versione)


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Apparso per la prima volta nel 1899 in lingua inglese, "Bushidò. L'anima del Giappone" divenne immediatamente un classico, avendo un tale successo da conoscere dieci edizioni nel giro di pochi anni, un'edizione ampliata nel 1905 e traduzioni in quasi tutte le lingue occidentali.

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Il libro prende spunto dal tentativo di rispondere alla domanda di un amico occidentale che coglieva involontariamente il punto nodale della differenza culturale tra Giappone e Occidente, differenza che lo stesso Nitobe fino a quel momento non aveva percepito con tale nettezza.

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L'amico, un eminente giurista belga, gli aveva chiesto come fosse possibile un'educazione morale dei Giapponesi, dal momento che non veniva impartita istruzione religiosa nelle loro scuole.


image HANA WA SAKURA KI ---- HITO WA BU-SHI

Tra i fiori vi è il ciliegio....tra gli uomini vi è il Guerriero (Bu-Shi) ^_^
 
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11 replies since 12/11/2006, 11:10   3008 views
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